Si effettuano trattamento e medicazione
di lesioni, ulcerazioni, ferite, piaghe, anche di pazienti diabetici.
Una lesione, una ferita, un taglio, poca cosa da giovani, un po’ di acqua ossigenata, crosticina e via.
Più avanti con l’età le cose si complicano fino al punto che una banale escoriazione gestita male, su un paziente anziano, diabetico da tanti anni, può esitare nell’amputazione del piede.
Tra i due estremi, tra il bianco ed il nero, mille sfumature di grigio.
Una lesione in ogni caso non va mai sottovalutata, soprattutto se localizzata sui piedi, la parte del corpo più esposta alla sporcizia e di conseguenza alle infezioni, la parte del corpo più facilmente vittima di problemi vascolari, arteriosi e capillari, con conseguente difetto più o meno grande di ossigenazione dei tessuti e di efficace difesa immunitaria.
I piedi inoltre sono la componente anatomica dove la cute è sottoposta agli stress meccanici maggiori, per lo sfregamento e la compressione causata dal suolo e dalle calzature, ma anche per la complessa architettura articolare ed ossea. E’ l’unica struttura del corpo che, durante il movimento, deve sopportare un carico di decine e decine di chilogrammi.
Basti riflettere a quanti problemi la colonna nella zona lombare va incontro dovendo sorreggere, durante il movimento, solo metà del peso corporeo ed è facile intuire a quali stress vengano sottoposte le strutture del piede.
La pianta del piede è la zona più vulnerabile alle lesioni da pressione per una distribuzione anomala dei carichi durante il cammino, ma anche gli spazi interdigitali sono molto delicati per l’importante frizione delle dita tra loro, soprattutto durante l’utilizzo di calzature strette, corte, con tacco.
Le ipercheratosi plantari spesso possono nascondere una lesione, così come arrossamenti o callosità interdigitali se ignorate spesso esitano in lesioni tanto più profonde quanto più tempo si è atteso, giungendo a volte fino all’esposizione della capsula articolare.
Dita in griffe, soprattutto su pazienti vasculopatici, possono presentare callosità apicali che nella peggiore delle ipotesi nascondono lesioni che possono giungere facilmente all’osso della falange distale, essendo essa, sulla punta del dito, poco sotto pelle.
Allo stesso modo mai sottovalutare le callosità dorsali a dita in griffe perché facilmente sotto di esse di generano lesioni che possono infettare la capsula articolare posta sotto appena 1/2mm di carne.
Il piede è sede di lesioni che facilmente si complicano con ascessi profondi o infezioni ossee perché le zone di pressione e sfregamento sono quasi sempre prominenze ossee molto superficiali, apice delle dita, dorso, articolazioni interfalangee, “cipolla”, processo stiloideo, malleoli, articolazioni metatarso-falangee.

Per questo motivo i segni da non sottovalutare sono: un callo molto doloroso, una callosità che presenta infiltrati di sangue (macchie scure), callosità poste su dita che si sono gonfiate o arrossate, arrossamenti importanti o escoriazioni sulla “cipolla” o sui malleoli o dietro al calcagno, dolore sotto la pianta del piede.
In nessun caso la soluzione è un pediluvio con il sale, il bicarbonato, l’amukina o, come mi è capitato di vedere, la varichina!!!
Lesioni e ferite sui piedi vanno trattate nella identica maniera con cui si tratterebbero se fossero su qualsiasi altra parte del corpo.
Il consiglio, sul momento, è di disinfettarle con un prodotto “PER CUTE LESA” (fate attenzione alle scritte in piccolo sui flaconi che avete a casa perché la maggior parte dei disinfettanti che si hanno non sono andatti alle ferite), in mancanza di altro va bene l’acqua ossigenata. Si può applicare crema antibiotica se si sospetta una infezione, mai creme a base di cortisone, quindi da evitare ad esempio il Gentalyn Beta o simili.
Con una o più garze sterili va coperta la ferita, bloccandole con del cerotto traspirante come il Soffix Stretch della PIC.
Al più presto quindi bisogna recarsi da un podologo, soprattutto se il soggetto ulcerato è diabetico e/o vasculopatico e/o immunodepresso e/o scoagulato e/o anziano, perché facilmente una ferita gestita in maniera non corretta o sottovalutata, su questi soggetti può portare a serissime conseguenze.

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